Lo
studio di progettazione LFatelier opera attraverso un linguaggio
unico dove forma, tecnologia e materiali si incontrano per definire
modelli capaci di realizzare una nuova solidarietà tra uomo e
ambiente. Una ricerca sperimentale condotta sul campo, che
prelude alla nascita di una neo-architettura come presa di coscienza
ambientale a livello globale.
LFatelier
è una realtà in continuo sviluppo, in grado di gestire progetti
pubblici e privati dall’ideazione alla direzione dei lavori. Lo
studio è formato da collaboratori con diverse professionalità
aventi ciascuno una particolare motivazione verso l’architettura e
i suoi valori.
A
partire da una generale “tabula rasa” e dal rifiuto
di assumere modelli standardizzati, LFatelier sviluppa configurazioni
spaziali attingendo alle più svariate discipline alla ricerca di
nuove sinergie tra persona, architettura e territorio attraverso un
approccio progettuale del tutto originale che
viene sintetizzato in dieci asset.
-
Fare
tabula rasa dei preconcetti e guardare la realtà da un punto di
vista nuovo; forme e stilemi, in una sorta di grado zero linguistico
e di costante avanguardia alla ricerca di nuovi orizzonti;
-
Progettare
per tutti, considerando le persone come individui con le proprie
taglie “S, M, L, XL”, con le proprie abilità personali e con
le variabili, lente o repentine, alle quali siamo soggetti nel corso
della vita, superando i modelli precostituiti.
-
Conoscere
i bisogni effettivi di chi vive e governa gli edifici, attraverso
una partecipazione attiva non finalizzata al consenso, ma all’umile
e intelligente ascolto degli utilizzatori per individuare le diverse
esigenze, oltre alla norma, a cui rispondere con soluzioni adeguate.
-
Modellare
gli spazi dall’interno in funzione dei movimenti delle persone che
li vivono, dei flussi e delle funzioni che vi si svolgono,
spogliandosi dall’uso di qualunque rigida tipologia, a favore di
una nuova logistica dello spazio.
-
Modulare
l’edificio
in funzione del movimento del sole, della luce e del vento, del
clima e della natura del sottosuolo in modo da creare organismi
bioclimatici capaci da un lato di ottimizzare le risorse ambientali
e dall’altro fornire il comfort e la salubrità degli spazi
interni.
-
Creare
sinergie con il paesaggio urbano e naturale mettendo in relazione
lo spazio interno con lo spazio esterno alla ricerca di una
continuità, in un processo dinamico e armonico di interazione e
reciproca valorizzazione.
-
Operare
con un approccio multidisciplinare integrato, coinvolgendo la
pluralità delle discipline scientifiche
e artistiche che vanno oltre a quelle tradizionalmente coinvolte
dell’edilizia, strutture e impianti.
-
Adoperare
le più svariate tecniche artistiche per rappresentare i diversi
concept
come
la pittura ad acquerello, la graffite,
l’olio o la scultura attraverso la preparazione di modelli in
creta da scansionare digitalmente.
-
Utilizzare
le tecnologie informatiche più evolute per la messa a punto e la
verifica dell’organismo edilizio: dalla modellazione energetica
dinamica e fluidodinamica al Building information modeling,
al Life Cycle, al facility management.
-
Progettare
organismi architettonici sostenibili da un punto di vista
ambientale, economico e sociale, in configurazioni spaziali nuove,
con un linguaggio che privilegi forme libere ed espressive, linee
fluide e dinamiche, volumi plastici modellati e modulati, spazi
articolati, accessibili e confortevoli.
L’innovativo
approccio è rappresentato da due case
history:
il nuovo centro oncologico presso l’ospedale dell’angelo di
Mestre (VE) e il nuovo centro d’infanzia Zip a Padova.
Progettazione
partecipata e art therapy
Il
progetto per il nuovo centro oncologico presso l’ospedale
dell’angelo di Mestre è un esempio di progettazione
partecipata che ha visto coinvolti l’azienda sanitaria veneziana,
il progettista, il personale medico infermieristico e i pazienti in
cura nella struttura. LFatelier
ha in prima battuta organizzato workshop
e
interviste
coinvolgendo il primario e la caposala e inserendo nel gruppo di
progettazione un architetto malato oncologico, che ha redatto una
relazione testimoniando la sua personale esperienza riguardo ai
bisogni percepiti come paziente. Il
progetto ripercorre il racconto del malato oncologico dalla presa di
coscienza della malattia, all’inizio delle cure, alle visite
periodiche, ai prelievi, alle terapie, individuando le migliori
soluzioni non solo dal punto di vista sanitario ma anche umano.
L’attenzione alla sensibilità del paziente inizia dagli spazi
dedicati all’attesa all’interno delle zone ambulatoriali e di
terapia, impostando soluzioni aperte per il paziente che desidera
condividere e separate per chi preferisce isolarsi. Analogamente
la zona per le terapie è organizzata in salottini ad una o più
poltrone, disposti a panottico in modo da garantire al contempo la
privacy del paziente e il monitoraggio costante da parte del
personale. In linea con la ricerca spaziale di LFatelier, centrata
sui flussi e sulle persone, lo spazio è caratterizzato da un design
curvilineo che, abbinato all’uso del colore, accoglie e orienta il
paziente accompagnandolo alle varie aree del percorso di cura. Il
progetto introduce la art
therapy come
parte integrante del percorso terapeutico, integrando nelle pareti in
prossimità del connettivo e dell’Area Terapie un’opera
pittorica dell’artista veneziano Luigi Voltolina realizzata
appositamente per la struttura.
Progettare
quando le persone sono bambini
Il
centro per la prima Infanzia di Padova è stato commissionato dal
Consorzio Zip a LFatelier e Arup per l’ingegneria, con l’obiettivo
di fornire un servizio alle famiglie dei lavoratori della zona
industriale per i figli di età compresa tra tre mesi e sei anni. L’obiettivo
era quello di realizzare una
struttura di eccellenza per la qualità dell’architettura,
l’innovazione del modello pedagogico, il risparmio energetico, ma
soprattutto per il benessere e la salute del bambino.
Luisa Fontana ha concepito il progetto come un organismo
pluricellulare, modellato in funzione delle diverse esigenze dei più
piccoli che crescono e si muovono in uno spazio fluido
e avvolgente in continua relazione con l’ambiente esterno. Il
risultato è un sistema costituito da aule a forma di “bozzolo”
che si protendono verso il parco, collegate dal connettivo che
accoglie attività inter-ciclo e servizi, affacciandosi sul giardino
interno attrezzato per attività all’aperto.
Anche in questo progetto l’aspetto bioclimatico è parte
integrante della modellazione degli spazi e genera nelle aule la
presenza di serre solari e camini di ventilazione, che modulano il
clima interno attraverso il sistema di Building
management system.
Il centro per l’Infanzia utilizza esclusivamente energie
rinnovabili grazie agli impianti solare, termico e fotovoltaico
integrati in copertura e all’impianto geotermico con pompa di
calore e pannelli radianti per riscaldamento e raffrescamento. Non
manca nel progetto la componente cromatica e pittorica che si esprime
nel rivestimento in mosaico artistico delle aule che riproduce
disegni fatti dai bambini, nelle diverse fasi evolutive, che
orientano e identificano
lo spazio. L’architettura del centro è concepita per essere essa
stessa parte integrante del processo di crescita e sviluppo del
bambino, offrendo esperienze percettive, sensoriali e immaginative
grazie a forme libere ed espressive.