Il
Veneto si caratterizza per essere un territorio fortemente
urbanizzato, con rilevanti presenze di deindustrializzazione sia
recenti che di più antica data. Un patrimonio che costituisce una
grande opportunità in termini di riqualificazione
e di rigenerazione sia urbana che ambientale. In questo panorama
l’area di Marghera rappresenta il caso più rilevante. Riavviare
una riflessione
sul suo recupero, così come su quello di altre aree di
deindustrializzazione localizzate in altre province del Veneto, con
l’obiettivo di evidenziare la fattibilità di una trasformazione e
assumendo il territorio come un ambito privilegiato dove attivare una
rigenerazione costituisce per l’industria delle costruzioni
un’opportunità per rilanciare il mercato contribuendo
in modo concreto a una crescita economica e occupazionale. La
consapevolezza della rilevanza di rimettere al centro della
riflessione
politica e degli stakeholder,
sia pubblici che privati, il tema del recupero e della rigenerazione
di aree deindustrializzate in fase di abbandono e di degrado ha
portato Ance Veneto ad avviare un percorso volto a individuare
metodologie ed esperienze dalle quali trarre indicazioni e
suggerimenti per avviare proposte e progetti in grado di orientare
decisioni e investimenti.
Le recenti esperienze europee in campo di
riuso e riconversione di aree produttive dismesse sono la
dimostrazione di come la necessità di ricostruire paesaggi
post-industriali vivibili e di qualità possa essere il presupposto
per il loro rilancio economico. Questo
vuol dire da un lato ripensare i tradizionali strumenti della
pianificazione
territoriale, prevedendo un coinvolgimento attivo di forze economiche
private sotto la cabina di regia di enti o agenzie pubbliche,
dall’altro attribuire una chiara identità a nuovi tipi di
paesaggi in modo che sviluppino una precisa attrattività.
Nella condizione urbana di oggi la nozione di paesaggio si estende ad
ambienti rurali, urbani e industriali nello spirito della definizione
coniata in occasione della Convenzione
europea del paesaggio del
2000 secondo cui essa “riguarda gli spazi naturali, rurali, urbani
e periurbani. L’accezione comprende anche i paesaggi terrestri, le
acque interne e marine. Concerne sia i paesaggi che possono essere
considerati eccezionali che i paesaggi della vita quotidiana e i
paesaggi degradati”. Il caso della rigenerazione del bacino ex
carbonifero della Ruhr costituisce l’esempio più rilevante e un
vero punto di riferimento in Europa per interventi di Deep
Regeneration.
La trasformazione della Confluence
a Lione è un esempio virtuoso della particolarità del modello
francese anche rispetto al rapporto tra investimento pubblico e
investimento privato. Dall’analisi comparativa con modelli
internazionali emerge, al di là delle diverse dimensioni,
dell’originale destinazione d’uso e delle differenze di contesto
e rispetto al quadro normativo e degli strumenti urbanistici,
soprattutto un differente approccio sul piano della pianificazione,
basata su una flessibilità
del tutto estranea al modello italiano. Non piani regolatori bensì
piani di progetto. Non
rigidità normativa, ma impianto strategico. Si tratta di aspetti
fondamentali che rispondono pienamente a una logica di governance
di
processi.
Lo studio dei casi esteri evidenzia soprattutto l’indispensabile
presenza, più o meno forte, di una cabina di regia pubblica che
promuova l’operazione dal punto di vista urbanistico e strategico e
metta a disposizione le risorse necessarie a dare avvio a tutto il
processo, il ricorso a contributi e fondi europei o nazionali, una
strategia che preveda sempre un indirizzo generale e uno strumento
attuativo di concertazione tra pubblico e privato. Esiste poi la
necessità di un’interazione tra i diversi attori nel mantenimento
della distinzione di ruoli con il rigoroso rispetto delle prerogative
di ognuno. Con questo approccio il pubblico deve agire per perseguire
l’interesse generale e mantenere la prerogativa di imporre
decisioni e scelte agli investitori, mentre il settore privato deve
investire e commercializzare i risultati dell’operazione, ma la sua
libertà di azione è sempre limitata dalla cornice
progettuale-normativa decisa in sede pubblica. È fondamentale,
infine,
l’attivazione
di vere e proprie operazioni di marketing territoriale concentrate
in maniera rilevante su una qualità architettonica, urbana e
paesaggistica tale da costituire opere di rilievo storico-critico
contemporaneo
e, a volte, anche vere e proprie attrazioni turistiche.