OPERE PUBBLICHE
Consumo di suolo zero e rigenerazione in Veneto: il ruolo della programmazione
A colloquio con il segretario generale della Regione Veneto Ilaria Bramezza.
28 NOVEMBRE 2018A colloquio con il segretario generale della Regione Veneto Ilaria Bramezza.
28 NOVEMBRE 2018
Per comprendere come la Regione Veneto stia affrontando il tema della
rigenerazione urbana ne abbiamo parlato con il Segretario generale alla
pianificazione, Ilaria Bramezza, partendo da quella che può essere definita
la norma di riferimento per qualunque programma: la legge regionale 6
giugno 2017 n. 14, avente per oggetto “Disposizioni per il contenimento
del consumo di suolo e modifiche della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11
Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio”.
«Per il Veneto, l’azzeramento del consumo del suolo è un obiettivo molto
significativo, visto che secondo l’ISPRA è la seconda regione d’Italia per
suolo consumato. Ebbene, con questa legge la Regione ha avviato un processo
di revisione sostanziale della disciplina urbanistica, ispirandosi ad
una nuova coscienza delle risorse naturali ed ambientali, con l’obiettivo di
ridurre progressivamente il consumo di suolo non ancora urbanizzato, in
coerenza con l’obiettivo comunitario di azzerarlo entro il 2050. Ma presta
anche grande attenzione al tema della rigenerazione urbana, disciplinata
in modo puntuale dall’articolo 7, con il quale al piano regolatore viene
sottratta la capacità di prevedere o consentire trasformazioni di territorio
libero, spostando l’attenzione sulle città e in particolare su territori compromessi.
In questo modo si intendono favorire politiche territoriali finalizzate
alla riqualificazione edilizia e ambientale delle città, attraverso interventi
a sostegno di interi quartieri o di ambiti urbani complessi, spesso
costruiti con criteri di bassa qualità edilizia, architettonica e urbanistica.
Inoltre, i programmi di rigenerazione urbana devono porre una particolare
attenzione al sistema infrastrutturale della mobilità e dei servizi, affinché
si possano definire programmi e azioni “integrati” tra loro. Un’integrazione
delle infrastrutture della mobilità veicolare, pedonale e ciclabile con il
tessuto urbano, che devono necessariamente coinvolgere le politiche urbane
della mobilità sostenibile e la rete dei trasporti collettivi».
Quali e quante risorse finanziarie sono destinate alle politiche di riqualificazione
e di rigenerazione urbana?
«La legge regionale n. 14 del 2017 ha previsto l’istituzione di un fondo re- gionale per il finanziamento di interventi volti al raggiungimento delle sue
finalità, con particolare riferimento alla rigenerazione urbana sostenibile.
Le risorse dovranno servire, in particolare, per finanziare gli interventi di
demolizione, nonché per il rimborso delle spese di progettazione e per il
finanziamento degli studi di fattibilità relativi agli interventi di rigenerazione
urbana.
Nella attuale fase di avvio dell’applicazione della legge la Giunta regionale
ha inteso sostenere la demolizione delle opere incongrue o degli elementi
di degrado, nonché dei manufatti ricadenti in aree a pericolosità idraulica e
idrogeologica, o nelle fasce di rispetto stradale, stanziando a luglio i primi
200.000 euro. Il bando, rivolto agli enti pubblici, associazioni e soggetti
privati, è già stato pubblicato sul BUR, e prevede come termine ultimo per
l’invio di tutta la documentazione in Regione il 20 ottobre 2018. Non vi è dubbio che si tratti di una cifra assai limitata, che potrà essere
aumentata nelle prossime leggi finanziarie regionali, ma è pur sempre un
inizio. E soprattutto si tratta di una novità. Non era, infatti, mai successo
che la pianificazione generale intervenisse direttamente sulla attuazione.
Ciò nella convinzione che se non c’è una leva finanziaria, difficilmente si
potranno innescare azioni virtuose di ripristino ambientale e di rigenerazione
urbana».
Non crede che la pianificazione abbia oggi una funzione fondamentale per affrontare progetti e programmi complessi come quelli di rigenerazione
di aree deindustrializzate?
«L’importanza della legge regionale sul contenimento del consumo di suolo
e della rigenerazione urbana è strategica nel percorso della pianificazione
territoriale regionale. Programmare e avviare progetti e interventi
di riqualificazione per aree industrializzate dismesse o degradate, della
portata quali possono essere Marghera e gli ex-cementifici della bassa
padovana, rientra proprio nelle finalità della legge.
I programmi di rigenerazione urbana devono comunque prevedere la sostenibilità
ecologica e l’incremento della biodiversità, il contenimento del
consumo di suolo, la riduzione dei consumi idrici ed energetici, promuovendo
allo stesso tempo l’integrazione sociale, culturale e funzionale dei
territori compromessi in un’azione articolata finalizzata alla coesione sociale.
In questo contesto diventa essenziale la partecipazione attiva dei
cittadini fin dalla progettazione dei programmi di intervento, nell’ottica
di sviluppo di nuove economie e occupazione, sicurezza sociale e superamento
delle diseguaglianze.
Quali sono gli elementi da cui partire per operare una corretta rigenerazione
del territorio? Quali le prossime azioni?
«Al fondo della norma vi è un nuovo approccio culturale, nella consapevolezza
che la rigenerazione di ambiti urbani estesi coinvolge una pluralità
di fattori (sociali, economici, ambientali, urbanistici, edilizi) da coordinare
ed integrare fra loro e ciò può avvenire solamente sotto la regia della
Regione e il coordinamento e la partecipazione dei Comuni interessati.
L’aver messo al centro della Legge e della sua attuazione la demolizione
significa aver preso atto che una stagione è finita e che è necessario
passare ad un’altra fase storica nella quale è mutato il senso e il valore
delle cose. Il buon governo del territorio inizia dalla comprensione delle
trasformazioni in atto.
Demolire significa liberare energie e risorse, oltre che suolo. Demolire per
rigenerare, ridare nuova vita e senso a luoghi che l’hanno perduto. Siamo
pertanto ben decisi a focalizzare risorse verso processi di rigenerazione
urbana in cui sia forte l’interesse pubblico a creare valore collettivo, lavoro
e sostenibilità. Per ora non sono previsti finanziamenti con fondi
strutturali, ma si sta valutando la possibilità di poter partecipare a una
delle azioni previste dal Programma, in particolare l’Asse 6 (Sviluppo
Urbano Sostenibile) in collaborazione con le Autorità Urbane. In questi
primi anni di programmazione si è scelto di focalizzare l’attenzione su
interventi di recupero di alloggi ed edifici pubblici, ma ciò non toglie che
parte di questi finanziamenti europei possano essere destinati ad interventi
coerenti con le finalità di questa legge».
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